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Girando il mondo rimaniamo spesso affascinati da racconti ed aneddoti di viaggio: le tradizioni dell’Irlanda ne sono un chiaro esempio, perché ci spronano verso un mondo spesso mistico e irreale, fantastico e inverosimile, ma affascinante e stimolante.
Alla fortissima tradizione religiosa dell’Irlanda si affianca la grande cultura che guida lo spirito irlandese dagli albori della sua civiltà ad oggi: la cultura dei Celti, i primi colonizzatori dell’isola. Questo patrimonio centenario è giunto fino a noi tramite le saghe, dapprima attraverso la saggezza dei druidi, poi in epoca medioevale tramite la voce dei menestrelli (i bardi, i cantastorie), poi successivamente in forma scritta. Le saghe, per tutti i paesi nordici, sono il più alto gradino dell’antica produzione culturale, narrano di storie fantastiche che si combinano con la mitologia e con la storia dei popoli.
Accanto a questi racconti mitologici, la tradizione popolare ha conservato le proprie storie condite da esseri fantastici e da leggende. Popolano un mondo parallelo a quello umano le fate, abitano nei vecchi castelli e intorno agli alberi di biancospino. Alcune tra di loro sono la Gentry, la Daoine, la Maithe e la Bansheee. Quest’ultima annuncia la morte nelle famiglie importanti tramite il suo lugubre urlo. Accanto alle fate un mondo popolato da folletti e gnomi. Sicuramente il più conosciuto è lo gnomo Leprechaun, vestito di verde, spesso ubriaco, che vive vicino alle sorgenti cucendo le scarpe alle fate e badando al suo gruzzolo d’oro.
Hanno costituito, e costituiscono ancora oggi un momento importante per il popolo irlandese, la tradizione delle feste. Le feste degli antichi irlandesi si svolgevano in concomitanza con l’inizio delle uniche due stagioni esistenti: l’estate e l’inverno. Queste feste coincidevano anche con l’inizio e la fine del calendario agrario, erano infatti Calendimaggio (1° maggio) e Ognissanti (1° novembre). La vigilia di Ognissanti era la festa di Harvest, la notte in cui le pareti tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventavano sottili. Durante questa notte si aspettava il ritorno dei defunti sulla terra, le porte delle case venivano lasciate aperte e una sedia veniva posta accanto al camino, come invito alle anime defunte ad entrare, intanto sulle colline venivano accesi grandi fuochi per illuminare il percorso dei defunti. I tanti emigranti irlandesi che raggiunsero gli Stati Uniti durante l’Ottocento, portarono con se le loro tradizioni e la festa di Harvest si trasformò nell’attuale festa di Halloween.
L’Irlanda è una delle nazioni con più alta identità religiosa (ciò è stato anche l’origine degli scontri con l’Inghilterra), la figura di riferimento è San Patrick, colui che evangelizzò l’isola portando la novella cristiana. Il 17 marzo (festa di San Patrizio) si svolgono in quasi tutte le città irlandesi delle grandi parate in cui il colore dominante è il verde, questo infatti oltre a sottolineare il colore della natura ricopre un significato religioso perché rappresenta la maggioranza a religione cattolica dell’Irlanda (la stessa bandiera d’Irlanda ha il colore verde, il colore arancione – che rappresenta la minoranza protestante e il colore bianco al centro – che raffigura l’equilibrio tra queste due fazioni).
Verde è il trifoglio, uno dei più famosi e rappresentati simboli dell’isola: fu San Patrick che, nel 432 d.C., servendosi di un trifoglio, riuscì a spiegare il significato della trinità a un antico Re pagano, Aengus, Re del Munster, convertendolo e facendo in modo che diventasse il primo sovrano cattolico dell’isola. Questa conversione avvenne sulla rocca di Cashel, un luogo molto importante per gli irlandesi, come lo sono Tara, Croagh Patrick e molti altri luoghi legati alla figura del Santo Patrono.
Se il trifoglio è quindi l’emblema dell’Irlanda e il verde il colore dominante (che le valgono l’appellativo di isola di smeraldo), il Claddagh ring è uno dei simboli a cui gli irlandesi tengono maggiormente. Si tratta di un anello raffigurante due mani che stringono un piccolo cuore coronato. E’ il simbolo dell’amore (il cuore), dell’amicizia (le mani) e della fedeltà (la corona). Assume significati differenti a seconda di come lo si indossa: sulla mano destra, se il cuore è rivolto all’esterno, chi lo indossa, sta cercando l’amore; se il cuore è rivolto all’interno, la persona è innamorata. Portato sulla mano sinistra, sta a significare che la persona che lo indossa ha promesso il suo amore per la vita.
Si potrebbe anche parlare della musica folk, dei paesaggi quotidianamente sciacquati dalla pioggerella, dei panorami, delle città, dei pub… di tanti altri temi sull’Irlanda, ma per il momento mi fermo qui, rimanendo ogni volta stupefatto da quante cose si possono raccontare su ogni singola nazione solo attingendo dai ricordi dei viaggi compiuti.
Fabrizio Vaghi
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